Boulevardier, una storia, un cocktail, una belle époque
Quando sentiamo parlare di Boulevardier non possiamo far altro che pensare a Parigi e alle sue ricchissime e coloratissime strade, le “boulevard” del Centro, che di notte si accendono facendo gioire e divertire migliaia di persone con le loro musiche e luci, ma soprattutto con dei fantastici cocktails. E’ proprio qui, nel quartiere dell’Operà di Parigi, che Harry Mc Elhone, barman dell’Harry’s New York Bar di Parigi, aperto nel 1911 da Tod Sloan, miscelò per la prima volta quello che poi riportò nel libro “Barfiles and Cocktail” del 1927 chiamandolo “Boulevardier”.
Fine della Belle Epoque, un periodo storico trionfale per il mondo occidentale e non solo, dove le più importanti invenzioni vennero alla luce, una crescita socio-culturale che portò enormi cambiamenti; e non potevano certo mancare alcuni dei cocktails più famosi e importanti che ancor oggi si servono nei migliori bar e cocktailbar di tutto il mondo. Harry Mc Elhone, Barman Scozzese nato a Dundee nel 1890 iniziò la sua carriera come barista nel Ciro’s Club di Londra, dove propose l’antenato del suo White Lady, ovvero un mix a base di Gin, Triple Sec, crema di menta e succo di limone, per poi decidere di pubblicarlo col suo primo libro nel 1921, il “Harry of Ciro’s ABC of Mixing cocktails”. Passando per New York, all’American Bar del Plaza Hotel, conobbe proprio Tod Sloan, proprietario del bar, che un giorno decise di smantellarlo per riaprirlo tale e quale a Parigi, portando con se Harry, e dedicandogli il nome, appunto “Harry’s New York Bar”. Qui scrittori del calibro di Hemingway, Sartre, Blondin e Gwynne si fermavano a degustare cocktail storici come il Sidecar, il Bloody Mary, il French 75 e il nostro amato Boulevardier. Ed è proprio a Erskine Gwynne nel 1927, che propose per la prima volta il Boulevardier come variante del Negroni, utilizzando bourbon whiskey, vermouth rosso e bitter Campari, e trovando ispirazione per il nome dalla rivista mensile di moda “Boulevardier” redatto dallo stesso scrittore.
Oggi, 2020, il cocktail è codificato all’interno della lista dei cocktails mondiali stesa dalla IBA, International Bartenders Association, nella sezione “The Unfogettables” e servito nei bar di tutto il mondo. Considerato un ottimo Pre-dinner scopriamo la ricetta originale
45 ml di Bourbon o Rey Whiskey
30 ml di bitter Campari
30 ml di Vermouth rosso
La tecnica di miscelazione è lo Stir&Strain, ovvero la dolce mescolata degli spirits all’interno di un mixinglass con ghiaccio, così da poter diluire e freddare a dovere il cocktail prima di filtrarlo e servirlo in una coppetta cocktail ghiacciata. Il drink sarà completo solo con una zest di arancia e i sui oli essenziali.
Buona degustazione Barman.